Amicizia, tennis e noir. Intervista a quattro mani agli autori di Il Gemello Perfetto
In queste giornate di primavera anticipata mi sono lasciata trasportare a Brescia dalle pagine del romanzo IL GEMELLO PERFETTO, scritto a 4 mani da Ezio Piccioli e Gino Tomasini, Ed. Di Leandro & Partners.
Prima di conoscere il romanzo vi presento gli autori.
Ciao EZIO ciao GINO: chi siete e cosa fate “nella vita vera” cioè quando non scrivete: chi siete oltre la scrittura?
G: tendenzialmente non farei niente, a parte leggere o giocare a tennis. Invece devo lavorare. Diciamo che, tutto sommato, sono un privilegiato: da 33 anni vivo di parole. Sono un giornalista ed è la professione che ho sempre voluto fare. Posso dire di aver ormai sperimentato tutti i linguaggi della comunicazione e magrado ciò continuo ad esserne curioso.
Per il resto sono nato in montagna ma amo il mare, al pesce preferisco però la polenta con il brasato.
Contraddizioni? Preferisco pensare contaminazioni.
E: Nella vita vera, dopo una breve parentesi di 44 anni in cui ho fatto il medico, ora mi dedico alle passioni vere che hanno improntato la mia intera esistenza: arte (fotografia, musica) e scrittura. Occupo una parte del mio tempo a tenermi in forma, vista l’età non proprio giovanile, e mi diletto di cucina.
IL GEMELLO PERFETTO è un noir molto ben costruito, avvincente e con personaggi credibili che avete scritto a 4 mani. La protagonista è una donna Eva Bontempi criminal profiler.
Come nasce il vostro sodalizio: lavoro o amicizia?
G: Amicizia quasi trentennale. Ezio è stato il mio dentista e posso dire che ha visto di me cose che nemmeno la mia signora.
E: Gino l’ho conosciuto più di 25 anni fa e l’ho sottoposto alle mie torture come odontoiatra. L’amicizia con lui è nata molto in fretta vista la qualità dell’individuo e gli interessi che, in breve tempo, abbiamo scoperto essere comuni.
Cosa significa scrivere un romanzo a 4 mani, cioè organizzativamente come funziona? chi fa cosa?
G: Non so se ci sia una regola. Posso raccontare come abbiamo fatto noi. Prima di tutto ci siamo raccontati la storia. Storia che è poi cambiata durante la scrittura, ma non per nostra volontà.
Ad un certo punto ci siamo resi conto che i personaggi ci avevano preso la penna e correggevano la rotta.
Più volte durante i nostri incontri settimanali a cena ci capitava di discutere non su cosa scrivere ma sul fatto che Eva una tal cosa non l’avrebbe mai detta, oppure che per Marco sarebbe stato impossibile comportarsi in un certo modo perché non era nel suo carattere.
In ogni caso io ho tratteggiato la figura di Eva Bontempi, la criminal profiler; Ezio invece è Carlo Nascimbeni, il serial killer.
Per il resto ci siamo divisi i capitoli, seguendo la trama. Alla fine io ho dato una aggiustata al tutto.
Se posso aggiungere: è stata una bella esperienza di scrittura. Ed è stato bello anche aspettare il capitolo che scriveva l’altro e vivere in qualche modo lo stesso stupore del lettore.
E: Dalle cene nate per condividere il nostro lavoro di scrittura, proponendo l’un l’altro ciò che si elaborava di settimana in settimana, è nata l’idea di scrivere un romanzo a quattro mani.
Organizzativamente non abbiamo avuto problemi, siamo entrambi giocatori di tennis e quindi abbiamo sostituito la pallina con i capitoli del giallo con il quale avevamo deciso di esordire, scrivendone uno a testa sequenzialmente, io tracciando il personaggio del killer e lui quello della profiler.
Giunti al termine ci siamo affidati alla capacità di Gino per dare una sistemata al tutto et voilà IL GEMELLO PERFETTO è nato.
GINO: se IL GEMELLO PERFETTO fosse una canzone o una musica quale sarebbe e perché – e se fosse un’opera d’arte?
G: E’ una bellissima domanda ma non so rispondere. Lascio ad Ezio che è esperto anche di musica e di arte.
E: Se IL GEMELLO PERFETTO fosse un brano musicale credo calzerebbe perfettamente l’Ouverture dell’opera rock “Tommy” pubblicata nel 1969 dal gruppo inglese The Who.
Mentre come opera d’arte opterei per Il cardinale urlante dentro la gabbia, citazione da parte del pittore irlandese Francis Bacon del famoso quadro di Velasquez.
Il romanzo finisce ma non finisce: quali i vostri progetti per il 2023?
G: Stiamo già scrivendo il seguito. Il secondo romanzo riprenderà da dove simo rimasti e ci saranno sviluppi interessanti. Soprattutto prenderanno forma e diventeranno protagonisti personaggi che nel primo romanzo sono stati tratteggiati, lasciando un alone di mistero.
Per esempio Mario Alessi, il barman del Magenta, amico, confidente, un quasi padre di Eva, ex penalista di successo che improvvisamente ha lasciato la professione forense per rilevare il bar di fronte al liceo Arnaldo. Cosa nasconde Alessi? Lo scopriremo in questo nuovo romanzo.
Ci sarà un altro omicidio, tornerà alla luce una vecchia vicenda ed un presunto colpevole, difeso proprio da Alessi.
Eva Bontempi, ma anche Eugenio Carli, il capo della Mobile, e Alfio Scandurra, il giornalista, avranno il loro bel daffare.
E: Stiamo scrivendo il secondo romanzo narrante le vicende di Eva Bontempi. La storia di Carlo Nascimbeni non è conclusa e dando maggiore corpo ai personaggi apparsi nel primo vogliamo costruire una vicenda che esca da ambiti provinciali per assumere caratteristiche, per alcuni aspetti, internazionali.
Io e il mio sodale, l’intera vicenda ce la siamo già immaginata e ci pare molto, ma molto intrigante. Speriamo che il pubblico la pensi così.
Benissimo! Non vedo l’ora di leggere il seguito di questo bel thriller, in cui personaggi, capitoli brevi ed incisivi, e stile realistico mi hanno davvero conquistata … ma tra una partita a tennis ed una cena non fateci aspettare troppo!
a cura di Framing_a_book
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